Giusto un anno fa oggi, aveva inizio l’invasione russa dell’Ucraina.
E’ assolutamente vero che la guerra, de facto, era iniziata già nel 2014, sebbene il coinvolgimento russo fosse limitato. Ma, il 24 febbraio 2022, la guerra a bassa intensità si è trasformata nel più grande conflitto che l’Europa abbia visto dalla fine della 2. Guerra Mondiale.

Ho atteso un anno per scrivere un articolo su questo conflitto. Il motivo è molto semplice. Nel corso delle prime settimane, o addirittura mesi, se ne parlava ovunque e farlo anche su questo blog non avrebbe avuto senso. Inoltre, il quadro era molto confuso. Riuscire a districarsi e ad orientarsi nel fiume di informazioni provenienti dall’Ucraina era pressoché impossibile.
Con il passare del tempo però, le fonti più autorevoli hanno cominciato a distinguersi da quelle generaliste, di mera propaganda o totalmente imprecise.

Ora, a distanza di 12 mesi, con un quadro decisamente più chiaro, si può anche inserire la guerra tutt’ora in corso in Ucraina come già parte della storia e cercare di capirne le cause e lo svolgimento.

In tantissimi oggi conoscono quasi meglio la geografia dell’Ucraina che quella del proprio paese. Kharkhiv, Bucha, Irpin, Kherson, Mariupol, Luhansk, Bakhmut, sono diventati nomi di luoghi geografici che prima erano sconosciuti alla maggior parte.

Ma iniziamo con ordine. Prima di approfondire questo anno di guerra, andiamo a ripercorrere gli avvenimenti più importanti che hanno portato la Russia a scatenare l’invasione dell’Ucraina.

aprile 2021

In risposta all’esercitazione NATO denominata Defender Europe 2021, (che ha visto il coinvolgimento di circa 28’000 soldati in oltre 30 aree di addestramento in 12 paesi), la Russia sposta diverse migliaia di truppe ai suoi confini occidentali. Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile 2021, quantità significative di armi e attrezzature provenienti da varie regioni della Russia, sono state trasportate verso il confine russo-ucraino e in Crimea.
Secondo il generale Ruslan Komchak, (comandante in capo dell’esercito ucraino fino al 27 luglio 2021), a fine aprile quasi 61’000 soldati russi erano schierati a ridosso del confine russo-ucraino o in Crimea.

maggio – agosto 2021

Mentre nel Donbas proseguono gli scontri tra le truppe delle forze armate appartenenti alle repubbliche secessioniste (supportate dall’esercito Russo) e l’esercito ucraino, anche a livello diplomatico la situazione tra Ucraina e Russia si fa decisamente tesa.

settembre 2021

Secondo Sergei Markov (politologo e politico russo, Membro della Duma di Stato della Federazione Russa dal 2007 al 2018, consigliere politico di Vladimir Putin dal 2011 al 2019, fondatore e direttore dell’Istituto di ricerche politiche di Mosca) il presidente russo Vladimir Putin prende la decisione di invadere l’Ucraina. Markov rivela questa informazione nel corso di un suo intervento alla trasmissione del canale televisivo italiano “La 7” Piazzapulita del 23 febbraio 2023, affermando che, nonostante non possa portare prove a sostegno della sua dichiarazione, la sua conoscenza del sistema di governo russo e delle persone che lo compongono, lo avevano convinto che la decisione fosse già stata presa in quel periodo.

novembre 2021

In due distinte occasioni, il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov e la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, dichiarano che non ci sarebbe stata alcuna invasione dell’Ucraina. Peskov definisce “isteria” le continue accuse alla Russia di voler invadere l’Ucraina.
Gli fanno eco l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, il quale afferma che le truppe russe non sono una minaccia per nessuno, e il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov che liquida la questione come “le solite fantasie dell’occidente“.
Nel frattempo, secondo l’intelligence militare ucraina, il numero di truppe russe a ridosso dei confini russo-ucraini era salito a 90’000.

dicembre 2021

La società di intelligence open source Jane’s rende note tutte le grandi unità schierate lungo il confine russo-ucraino: 1. Armata corazzata della Guardia (normalmente schierata nella regione di Mosca), 41. Armata (con base a Novosibirsk), oltre all’8. ed alla 20. Armata della Guardia.

Nel corso del mese, funzionari dell’intelligence americana dichiarano che la Russia intende scatenare l’invasione dell’Ucraina nel mese di gennaio dell’anno seguente.

gennaio 2022

Subito dopo l’inizio del nuovo anno, la Russia inizia una lenta evacuazione del personale appartenente alla sua ambasciata a Kiev.

A metà gennaio il ministero della Difesa ucraino stima in quasi 130’000 i soldati russi schierati a ridosso del confine.

Il giorno 20 Mosca annuncia importanti esercitazioni navali che avrebbero coinvolto tutte le flotte navali.

8 febbraio 2022

Sei navi da sbarco russe lasciano la flotta del Baltico e si uniscono ad una settima proveniente dalla Flotta del Nord. Insieme navigano in direzione del Mar Nero.

14 febbraio 2022

Il generale Sergej Shoigu, ministro della Difesa russo, dichiara che le unità dei distretti militari meridionali e occidentali della Russia hanno iniziato a rientrare nelle loro caserme dopo il completamente delle esercitazioni nei pressi del confine russo-ucraino.

16 febbraio 2022

Il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, confuta le dichiarazioni di Shoigu del giorno precedente, dichiarando che le forze russe non stanno affatto rientrando ma che, al contrario, sta continuando l’afflusso di ulteriori forze lungo il confine con l’Ucraina.

17 febbraio 2022

Mentre continuano gli avvertimenti delle intelligence americana e britannica su una prossima invasione russa dell’Ucraina, si succedono i tentativi diplomatici da parte di capi di Stato occidentali che cercano di dissuadere il presidente russo Vladimir Putin dallo scatenare una guerra.

Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, nel corso di un incontro ufficiale tenutosi a Mosca, rassicura il suo omologi italiano Luigi di Maio, affermando che la Russia non invaderà l’Ucraina.

20 febbraio 2022

Il ministero della Difesa bielorussa dichiara che sono in corso di svolgimento esercitazioni militari congiunte tra l’esercito bielorusso e quello russo, a seguito del deterioramento della situazione nel Donbas.

Il presidente Putin tiene un lungo discorso televisivo, al termine del quale firma il decreto di riconoscimento delle due repubbliche separatiste dell’Est ucraino, Donetsk e Lugansk, alla presenza dei due leader ribelli.

24 febbraio 2022

Durante un altro discorso televisivo, alle 4 del mattino Putin annuncia l’inizio delle operazioni militari per la liberazione degli oblast di Luhansk e Donetsk, di cui riconosce l’indipendenza.